F1, tragedia a Suzuka: incidente terribile, morto l’amatissimo pilota

Terribile incidente in Formula Uno: si è spento il giovane e amato pilota della Ferrari Driver Accademy dopo mesi di coma dal grande impatto.

Talvolta succede che il dio della Formula Uno raccolga a sé giovani talenti prematuramente, mai realmente pronti a morire nonostante la scelta di correre a tutto gas su bolidi chiamati monoposto: Jules Bianchi manca a tutti, il ragazzo era un talento giovane e importante per la Formula Uno ed il suo sorriso rasserenava tutti all’interno del circus. Le immagini del terribile incidente occorsogli a Suzuka rimangono scene indelebili e dolorosissime impresse a fuoco nella mente di tutti i piloti, i meccanici, i giornalisti e di tutti gli appassionati di Formula Uno.

morte Jules Bianchi
LaPresse

Nonostante i progressi fatti nella storia della Formula Uno in termini di sicurezza purtroppo quello delle corse delle monoposto rimane uno sport pericoloso, dove bolidi leggeri carichi di potenza e tecnologia sfrecciano velocissimi su circuiti che possono finire per diventare le loro tombe.

E purtroppo è successo anche troppe volte, basti pensare a Gilles Villeneuve, a Riccardo Paletti, a Roland Ratzenberger nello stesso weekend in cui il dio della Formula Uno raccolse a sé anche Ayrton Senna, il più grande pilota della storia. A questi noti si aggiungerà anche Jules Bianchi, giovane pilotta di Marussia venticinquenne e ricco di belle speranze e sogni che se ne andrà il 17 Luglio 2015 dopo mesi e mesi di coma.

Jules Bianchi aveva tanto talento, la Ferrari lo teneva come pilota per i test e collaudatore, finanche come terzo pilota, mentre in Formula Uno correva per Force India prima e Marussia poi. Ma i successi di Bianchi partono da molto lontano: il classe ’89 vinse in Karting Formula A nel 2005 e ancora due volte nel 2006 (collezionando anche tanti podi finali), trionfò in Formula Renault nel 2007, vinse anche in F3 Euroseries nel 2008 e bissò il successo nel 2009, anno in cui divenne anche pilota della Ferrari Driver Accademy.

Eppure tutto quel talento si fermò a Suzuka, in Giappone, i quel maledetto 5 Ottobre del 2014 che vide la pioggia battente ridurre la visibilità e l’aderenza in pista, troppo, tanto da compromettere la stabilità della monoposto Marussia di Jules Bianchi che ne perse il controllo e velocissimo come un proiettile ormai su una vettura incontrollabile si andò a schiantare contro una gru posta sulla ghiaia, lì presente perché stava rimuovendo la monoposto Sauber di Sutil uscita di pista al giro precedente per i medesimi motivi.

Giunti sul posto sia i marshal che i medici si accorsero immediatamente che le condizioni di Jules Bianchi erano gravissime: il pilota venticinquenne francese fu trasportato in grande fretta al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Yokkaichi dove subì un intervento per ridurre un ematoma al cervello.

I medici svolsero comunque un grande lavoro salvandogli momentaneamente la vita, ma il ragazzo si spense a Luglio 2015 dopo nove mesi di coma nell’ospedale di Nizza, città che gli diede i natali per altro.

In molti si schierarono contro la FIA ed i vertici della Formula Uno: Adrian Sutil e Felipe Massa furibondi attaccarono frontalmente la direzione e l’organizzazione di gara, sostenendo che non si vedeva nulla ed era pericolosissimo correre in quella situazione. Anche l’ex campione del mondo Jacques Villeneuve alzò i toni, puntando il dito sul mancato ingresso della Safety Car dopo l’uscita di pista della Sauber di Sutil.

La FIA istituì una speciale commissione d’inchiesta formata da volti illustri come Ross Brawn, Alexander Wurz, Stefano Domenicali e Emerson Fittipaldi per indagare sull’incidente: una relazione lunga ben 396 pagine che riassunse in 12 punti l’accaduto comunque dichiarò incolpevoli tutti i soggetti coinvolti.

Dipartita Jules Bianchi: le parole di Charles LeClerc

Charles LeClerc, il “predestinato” e formidabile pilota di Ferrari, era molto amico di Jules Bianchi ed essendo il francese più grande del monegasco gli fece praticamente da mentore oltre che da amico fraterno.

Charles LeClerc non ha mai mandato giù la morte prematura di Jules Bianchi così come non ha mai digerito quella di Anthoine Hubert, suo grandissimo amico deceduto nel 2019 durante una gara in Formula 2.

Nel settimo anniversario della morte di Bianchi il fenomenale pilota monegasco di Ferrari ha parlato a cuore aperto con alcuni giornalisti che per errore hanno iniziato l’intervista chiamandolo “Jules” invece che Charles, salvo poi scusarsi per il lapsus al quale però LeCLerc ha risposto con un commovente “Non ti scusare, è il complimento più bello che potessi farmi“.

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