Gunther Steiner è “Top Gunth”: clamoroso, la Haas vola senza sviluppi; come fa?

Incredibile in Formula Uno: la Haas è priva di ogni sviluppo eppure vola, com’è possibile? Gunther Steiner è l’artefice del loro successo.

Gunther Steiner, furbo e abile Team Principal di Haas, è recentemente diventato l’idolo di tutti all’interno del circus della Formula Uno per via della sua simpatia e della sua abilità come capo manager di una scuderia. La Haas oggi è finalmente competitiva e gli aggiornamenti devono ancora arrivare, perciò Steiner ha fin qui lavorato sulla testa dei piloti e sulla comunicazione riuscendo anche solo così a migliorare i risultati generali del team.

Gunther Steiner
LaPresse

Che si tratti di magia nera o buonissima managerialità non è dato a sapersi, fatto sta che Gunther Steiner ne sa una più del diavolo a quanto pare. Un anno fa accettava sommessamente i fondi di Uralkali prendendo Nikita Mazepin tra le sue fila e accettando che il padre imponesse sulla livrea della monoposto Haas la bandiera russa, un anno dopo ha ripreso in mano le redini della scuderia ed ha silurato i Mazepin riportando la scuderia ad essere competitiva anche senza quegli aiuti economici provenienti dalla Russia.

Perché in un clima così teso e grave a livello politico, soprattutto ovviamente in Europa, sia FIA che Formula Uno non vedevano di buon occhio Mazepin Sr e Mazepin Jr all’interno di una scuderia del loro circus, ma neanche Steiner stesso li sopportava ma all’epoca c’era bisogno di fondi, fatto sta che un anno dopo si è giustamente scelto di proseguire con chi correva con passione e talento a chi correva perché si era “comprato” l’ingresso nella classe regina delle corse delle monoposto.

Gunther Steiner è stato definito “Top Gunth“, ironizzando con simpatici meme e spiritose grafiche sui canali ufficiali social di Haas sulla sua abilità comunicativa, i suoi mille talenti e sulla sua “figaggine”, un po’ come il capitano Pete Mitchell di Top Gun, ovvero il “Maverick” interpretato magistralmente da Tom Cruise nei due capitoli della saga.

Ma come ha fatto Gunther Steiner a rendere la Haas competitiva seppur ancora priva di sviluppi ed aggiornamenti che verosimilmente arriveranno solo nel giro di un paio di settimane? Lo ha fatto, lavorando sulla testa dei piloti e consigliandoli per il meglio, portando il suo muretto a sfruttare al meglio il motore velocissimo concessogli da Ferrari e tutte le altre componenti già in inserite nelle monoposto che ora girano come dovrebbero.

Secondo Gunther Steiner questo avvicinamento delle “piccole” e dei team satelliti che oggi spesso riescono a lottare con le Big 3 (Ferrari, Mercedes e Red Bull) è merito del Budget Cap, il tetto salariale votato e imposto a tutte le scuderie per impedire che vengano sperperati soldi e che vinca sempre chi investe di più e chi ha di più in tasca, spostando la competizione invece sulle chance di vittoria per chi investe meglio quei soldi.

A tal proposito ha detto che in questo momento si sta “assistendo a molte lotte in pista e si sta offrendo un bello spettacolo. C’è molta azione e credo che questo sia dovuto al Budget Cap“, sottolineando come questa sia una regola utile e formidabile da non abbandonare assolutamente e che al massimo sarebbe utile gonfiarla un pochino, ma che comunque bisogna proseguire col seguirla perché funziona avendo reso le gare più avvincenti e meno noiose (tarlo che ha allontanato molti appassionati negli ultimi anni).

Gunther Steiner e la Haas: un capolavoro partito dai piloti

Una monoposto lenta con a bordo un pilota talentuoso può fare qualche acuto ma generalmente non sarà mai competitiva, una monoposto fulminea con un brocco a bordo può anche fare qualche grosso exploit ma sarà più le volte che deluderà che altro. Serve il giusto mix tra talento, velocità e affidabilità.

Alla Haas al momento hanno due monoposto credibili e discretamente veloci, oltre che molto affidabili, ed anche due abili piloti: il sempre regolare, serio e continuo Kevin Magnussen ed il giovane fenomeno Mick Schumacher, figlio del grande ed inarrivabile Michael che ha scritto pagine e pagine di questa bella Formula Uno.

E proprio da loro parte tutto: Kevin Magnussen è tornato in Haas dopo un anno a spasso per altre competizioni, sostituendo il lagnoso e mai competitivo Nikita Mazepin, e con la sua regolarità e serietà ha condotto la sua monoposto cinque volte in zona punti in questa stagione. Di lui Steiner si fida moltissimo e gli ha fatto sottoscrivere un contratto biennale, convincendolo di essere l’uomo giusto per portare risultati e aiutare i giovani che gli verranno affiancati nel tempo.

Ed il giovane c’è, si chiama Mick Schumacher ed è figlio di Sua Maestà Re Michael, è ricco di talento ed è un ragazzo serio che ascolta. Schumacher Jr è anche un pilota della Ferrari Driver Accademy e dopo un anno di rodaggio è stato convinto da Steiner ad osare, a buttarsi di più, a guidare anche “meno prudentemente” dando sfogo a tutta la sua velocità ed al suo coraggio che nelle ultime settimane l’hanno portato due volte in zona punti, liberandolo di quel peso e quella paura che lo frenavano.

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