Gratta e Vinci, truffa da 27 milioni di euro: cos’è successo?

Una cifra senza precedenti sottratta al Gratta e Vinci: 27 milioni di euro che hanno arricchito i colpevoli di una rapina clamorosa.

Stanno diventando sempre più comuni i casi di furto nei confronti del Gratta e Vinci. Sono ormai entrati nell’immaginario collettivo la fuga del tabacchiere napoletano che ha sottratto ad un’anziana il biglietto vincente del Superenalotto, o della dipendente di un bar a Poviglio, in Emilia Romagna, che sottraeva diversi tagliandi, riportandoseli a casa.

Soldi
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Questa storia, però, è molto più complessa. Alle spalle ha uno studio quasi matematico e probabilistico del Gratta e Vinci e ha visto venir accusati tre uomini, che dovranno ora rispondere delle accuse relative a 27 milioni di euro. Una cifra che, comparata a quelle viste finore (mai capaci di superare il mezzo milione), è da lasciare di stucco tutti, forze dell’ordine comprese.

La vicenda ha avuto inizio quasi due anni fa: nell’ottobre del 2020, infatti, un’indagine ha portato al sequestro di beni e immobili per 27 milioni di euro, ricondotti inizialmente a 10 persone, sfoltite poi in sole tre figure, legate clamorosamente ai Gratta e Vinci. Com’è potuto accadere?

Gratta e Vinci, sapevano quali fossero i biglietti vincenti: processo ai dipendenti

Facili rispondere a questa domanda. Gli indagati in questione erano tre ex dipendenti Lottomatica che, come operatori di sistema, si sono introdotti nella banca dati di proprietà per individuare quelle serie numeriche di Gratte e Vinci con premio certo.

Una mossa, ovviamente, illegale, che li ha portati nel 2015 ad acquistare due tagliandi dal valore di 5 milioni di euro tra Milano e Brescia e, qualche anno più tardi, due Gratta e Vinci Super Cash, entrambi con un premio di addirittura 7 milioni di euro. Soldi facili, soprattutto grazie all’individuazioni delle serie numeriche di tagliandi che hanno, come probabilità, la vittoria di un biglietto su quasi 16 milioni di simili.

Un furto che però è stato svelato dalle intercettazioni delle forze dell’ordine, insospettite dall’acquisto di immobili e beni materiali, poi confiscati grazie al sistema svelato: una brutta storia per il Gratta e Vinci.

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