Il Superenalotto avrebbe potuto regalare una gioia pazzesca ad un fortunato vincitore, e invece il dietrofront ha spiazzato tutti.
Dal sogno all’incubo. Come vi sentireste, dopo aver vinto al Superenalotto, se non vi permettessero di riscuotere il denaro? La risposta è abbastanza scontata. Aggiungiamo, per assurdo, che la vincita sia addirittura milionaria: come reagireste? Può dirvelo questo (s)fortunato (non) vincitore.
Una storia che ha dell’assurdo e che è già entrata nelle pagine più bizzarre del Superenalotto. Per certi versi, nonostante situazioni diametralmente opposte, questa è una vicenda che ha destato più stupore ed interesse rispetto ai vari furti di schedine vincenti o di Gratta e Vinci rubati dai commessi stessi delle tabaccherie.
Ben 136 milioni di euro, che nel giro di una notte si sono volatilizzati. E non per un qualche ladruncolo o per una svista del vincitore, che poi vincitore si è rivelato non essere. Il problema, in questa bizzarra storia, è del Superenalotto stesso: vediamo cos’è accaduto.
Il protagonistaè un anziano, di 83 anni, residente a Sulmona, in provincia de L’Aquila. L’abruzzese, che è un ambulante venditore di frutta e verdura, aveva giocato lo scorso gennaio 30 numeri in 5 serie, al costo di €7,50. Non controllando l’estrazione di sera, l’uomo si è poi affidato ai quotidiani per controllare le sua schedina.
Ebbene, dopo un rapido controlla sul giornale, l’anziano non poteva credere ai suoi occhi: jackpot incassato, ben 136 milioni e 300mila euro. L’avesse realmente vinto, oggi non avremmo il montepremi più alto della storia del Superenalotto.
E infatti, dopo un attimo di incredulità, l’uomo si è recato in ricevitoria per incassare la vincita. “Mi hanno detto che non avevo vinto nulla, che i numeri erano sbagliati. Ho fatto controllare personalmente, su internet, anche a mio genero e l’ha confermato”. A prendersi gioco, involontariamente, dell’anziano, il giornale stesso: i numeri riportati relativi all’estrazione del Superenalotto erano sbagliati. E per l’uomo non era nemmeno la prima disavventura: “Un’altra volta mi successe la stessa cosa al Totocalcio“. La sua magra consolazione sono stati i sei “5”, da 30mila euro ciascuno.
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