Carlos Sainz vivo per miracolo: “Ero nelle mani di Dio!”

Attimi frenetici e di paura per Carlos Sainz: a Suzuka si sfiora la tragedia, il pilota della Ferrari esce indenne da una brutta situazione.

Il Gran Premio di Suzuka ce lo siamo messi alle spalle ma le polemiche che ha generato ce le porteremo appresso ancora per un bel po’: la disorganizzazione di FIA, il diluvio universale scese copiosamente per diverse ore sulla pista, una serie di manovre azzardate e per poco non si sfiorava anche la tragedia. A Suzuka il pilota Carlos Sainz di Ferrari se l’è proprio vista brutta…

Carlos Sainz
LaPresse

Spesso si fa una sciocca retorica e si azzardano giudizi sulle pericolosità di alcuni sport, ma se esistono due verità incontrovertibili negli sport di motori rischiosi come possono essere MotoGP o Formula Uno è che innanzitutto questi atleti vivono per l’emozione forte e per il brivido, pertanto stipulano un patto coraggioso scegliendo di competere sul filo del rasoio sfidando la morte anche, e soprattutto che le Federazioni seppur disorganizzate e piene di problemi gli va riconosciuto che hanno fatto passi da giganti in tema di sicurezza.

Il Gran Premio di Suzuka è stato difficile per tutti, dai giudici di gara agli strateghi delle varie scuderie, dai piloti che hanno gareggiato in condizioni tragiche ai marshall che hanno fatto del loro meglio per risolvere alcune situazioni pericolose.

Una di queste situazioni è capitata a Carlos Sainz: allo spegnimento dei semafori rossi le vetture sono partite alzando un muro d’acqua impressionante che riduceva la visibilità dalla seconda fila in poi portandola quasi a zero.

Tra i piloti che non vedevano quasi nulla c’era anche Sainz di Ferrari che nonostante tutto era riuscito a portare fuori dal primo scenario confusionario la sua F1-75 conducendola con cautela a qualche curva più avanti… ma non sapeva a cosa andava incontro.

Come detto, solo poche curve più avanti il tracciato iniziava a formarsi, generando curve e dislivelli, e lì sono iniziati a comparire i guazzi d’acqua: passando di lì la F1-75 di Sainz ha perso aderenza, è andata in acquaplaning e si è girata in testacoda finendo violentemente contro i muretti oltre la ghiaia, successivamente è rimbalzata in pista finendoci con più di metà figura.

Carlos Sainz in pericolo: tragedia sfiorata a Suzuka

Ci si è accorti subito della gravità dello scenario: la Ferrari mezza distrutta di Sainz stazionava con buona parte della sua carcassa in mezzo alla pista mentre il muro d’acqua alzato dal passaggio delle auto riduceva notevolmente la visibilità.

Immediatamente a tutti, Carlos Sainz compreso, è saltato il cuore in gola temendo il peggio: Lewis Hamilton, Fernando Alonso e Pierre Gasly sono passati in pista pochi istanti dopo a tutta birra sfiorando la vettura dell’asso spagnolo di Ferrari, in particolare un riflesso fulmineo del sette volte iridato britannico ha impedito che si materializzasse la tragedia.

Sceso dalla monoposto e direttosi in zona giornalisti, ancora visibilmente scosso, Carlos Sainz ha così dichiarato commentando l’accaduto: “quando sono rimasto fermo in mezzo alla pista e le altre vetture stavano arrivando sapevo che avrebbero avuto difficoltà a vedermi: ero nelle mani di Dio!“.

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