Dall’Igna vuota il sacco: ecco i segreti di Ducati, così ha battuto Yamaha

Gigi Dall’Igna, ingegnere e direttore generale di Ducati Corse, ha vuotato il sacco su come il team di Borgo Panigale ha sconfitto Yamaha.

Se oggi Bagnaia può fregiarsi del titolo di campione del mondo lo deve in buona parte anche a Gigi Dall’Igna. Il direttore generale di Ducati Corse ha messo su una Desmosedici praticamente invincibile tanto che il team rimane favorito anche per il 2023. Di recente il manager si è espresso su chi guiderà il team tra Bagnaia e Bastianini e su come la Ducati è riuscita a battere Yamaha.

Gigi Dall'Igna
LaPresse

Il Mondiale 2022, sia MotoGP che SBK, ha visto un solo protagonista: il team di Borgo Panigale. In entrambe le categorie Ducati ha dominato: in SBK c’è stata la battaglia tra Bautista e Razgatlioglu vinta dallo spagnolo mentre in MotoGP l’enorme vantaggio di Quartararo su Bagnaia non è stato sufficiente poiché Nuvola Rossa gli ha rimontato ben 105 punti da metà stagione in poi.

Se Bagnaia può rimontare tutti quei punti a Quartararo e Bautista sfilare il titolo di campione a Toprak è perché le loro moto, miste al loro talento, fanno la differenza. La Desmosedici GP22 ha letteralmente sbaragliato qualsiasi avversario, dimostrandosi di gran lunga la migliore due ruote in pista.

Il merito del dominio di Ducati va in gran parte ad un uomo chiamato Luigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse e ingegnere capo del team. Gigi è il vertice della squadra e della triade che lo vede protagonista con Paolo Ciabatti e Davide Tardozzi, gli altri due super dirigenti meritevoli.

Dall’Igna ha messo appunto insieme alla sua squadra una Desmosedici impareggiabile, troppo forte per qualsiasi rivale. A farne le spese sono state Yamaha e Honda, soverchiate da cotanta potenza. Di recente proprio il manager ha spiegato come sia stato possibile questo annichilimento dei loro rivali.

Gigi Dall’Igna spiega la Desmosedici: ecco come hanno battuto Yamaha

Innanzitutto Dall’Igna ha precisato che il lavoro che ha portato Ducati a primeggiare non nasce certo in breve tempo. Parliamo di numeri straordinari per Ducati: ben 70 podi totali, 12 vittorie in MotoGP e 16 in SBK. Numeri del genere non si fanno per caso, sono frutto di progettualità ed enorme competenza.

Dall’Igna ha specificato che il merito va ovviamente condiviso con i piloti, giganteschi e fenomenali a sua detta. In effetti è vero, sia Bautista che Bagnaia hanno combattuto contro due campioni del mondo in carica, entrambi Yamaha, depredandoli del titolo iridato vinto un anno fa.

Ma secondo Dall’Igna il vero segreto che ha permesso a Ducati di borseggiare Yamaha sta nelle innovazioni. Dal suo arrivo a Borgo Panigale in poi si è sviluppato quanto di buono fatto negli anni precedenti, non distruggendo e ricominciando da capo. Sviluppi, aggiornamenti e innovazioni sono state centrali per far sì che la Desmosedici prendesse il largo sulle moto rivali.

La RC213V di Honda e la YZR-M1 di Yamaha hanno perso gamba e credibilità nell’arco degli ultimi due anni invece che migliorare. Lì sono stati bravi Dall’Igna e i suoi uomini a premere sull’acceleratore, sfruttando la debacle degli avversari. Le ali innovate e il rendimento in curva, una volta ottenuto quello sul rettilineo, sono state le vere innovazioni vincenti per Ducati.

Ora il 2023, con nuovi aggiornamenti ed i campionati SBK e MotoGP dove Ducati ripartirà coi favori del pronostico: perseveranza, continuità e progettualità le parole chiave per vincere nuovamente fino a confermarsi. Perché arrivare in alto è difficile, quasi impossibile è riconfermarsi.

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