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Basket Nba, tifosi in lacrime: “Ho un tumore”

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Luigi Romanelli

La rivelazione shock del cestista: “Rimarrò a riposo per un po’, non so se mi rivedrete”. E i fan dell’Nba restano sconcertati.

LaPresse/Pixabay

La scoperta di una malattia è sempre una notizia scioccante. Ancora più risaltante e coinvolgente diventa l’ammissione pubblica di un tumore da uno sportivo, specie se la sua disciplina ha un seguito mondiale.

Eventi che caratterizzano, purtroppo, la quotidianità: quando ad accusare il colpo, però, è un personaggio famoso, l’empatia dei tifosi amplifica la risonanza della notizia di dieci, cento, mille volte.

Nene, il primo brasiliano dell’Nba che sconfisse il tumore

La storia che vi riportiamo alla memoria è tra quelle, fortunatamente, a lieto fino. Nel 2008, il centro brasiliano dei Washington WizardsNene, annuncia di essere affetto da un tumore maligno ai testicoli.

Era già finito sotto i riflettori Nene, essendo stato il primo cestista brasiliano dell’Nba. Una fede smisurata e delle doti atletiche di notevole livello. “Why? Why me?”, la prima domanda che il brasiliano si fece una volta appresa la sconvolgente notizia. “Con tutte le persone cattive che ci sono, perché proprio a me, Dio?”. Fu l’altissimo il suo primo pensiero, il primo da interrogare sul motivo di una tale sciagura.

Un controllo antidroga nella stagione all’epoca in corso rivelò un’anomalia nei suoi ormoni: aveva assunto sostanze proibite, oppure aveva un tumore. E Nene era certo che la prima ipotesi non poteva essere veritiera. Il tumore maligno al testicolo destro venne asportato con successo nel gennaio del 2008. A marzo, nella larga vittoria sui Mavericks, Nene tornò in campo per gli ultimi secondi, accompagnato dagli scroscianti applausi del Pepsi Center.

Un periodo, quello che ha preceduto l’intervento, difficilissimo per il centro dei Wizards. “Stare lontano dal basket, dall’Nba, è stato difficile. Ma essere fiducioso lo è stato ancora di più”. Nene ha raccontato come abbia rifiutato, in quel momento, qualsiasi assistenza psicologica: le sue uniche armi, che lo hanno accompagnato nella preparazione all’operazione, sono state Dio e la Bibbia.

Oggi, l’ex giocatore dell’Nba sta bene e racconta apertamente la sua esperienza, anche per figurare come riferimento ai più giovani o a chiunque si sia trovato dinanzi una notizia scioccante, come quella che lo stesso Nene ha subito sulla sua pelle.

Fortunatamente, ci sono anche belle storie come quella del brasiliano, che anche quando sembrano essersi incrinate drasticamente, possono comunque avere un lieto, lietissimo fine. E non solo nel mondo dello sport, ma anche in quella quotidianità che, spesso, ha meno risalto mediatico.

 

 

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