F1, muore ma vince il Mondiale: una tragedia senza precedenti

Per vincere un Mondiale di F1 bisogna essere un campione e qualcuno era addirittura superiore da trionfare dopo che è tristemente morto.

In totale nella storia della Formula 1 sono stati 34 i piloti leggendari che hanno saputo ottenere il titolo Mondiale, il più importante riconoscimento al mondo per tutti coloro che decidono di far sì che questo motorsport meraviglioso possa diventare una professione.

L’ultimo in ordine cronologico è ovviamente Max Verstappen, con l’olandese che è già adesso considerato come un mito vivente nella realtà della Formula 1, uno di quelli che di recente ha vinto il suo secondo Mondiale.

Lui rientra tra i miti assoluti e ha ancora tanto tempo per poter migliorare questa sua condizione, ma c’è stato un caso nella storia che è stato l’unico e ci auguriamo di cuore che non si possa mai più ripetere.

Candela F1
Collage (Adobe Ansa LaPresse)

Dobbiamo tornare indietro con la memoria addirittura al 1970, un periodo in cui la Formula 1 stava cercando di rivoluzionarsi in ogni ambito, in particolar modo per quanto riguarda il discorso legata alla sicurezza.

I giornalisti dell’epoca deridevano i piloti che stavano cercando di battersi per i loro diritti e per avere delle gare con la sicurezza al primo posto, tanto che li definirono “latte e miele”, dunque come dei bambini al cospetto dei titani dei 20 anni precedenti.

Il principale esponente di questa battaglia fu Jackie Stewart, con lo scozzese che vinse in ben tre occasioni il Mondiale, e un suo fido alleato e scudiero fu Jochen Rindt, un austriaco di grande talento che stava aspettando la grande occasione.

L’opportunità della vita arrivò nel 1970 quando salì a bordo di una Lotus davvero leggendaria, ovvero al 49C, un modello che non diede possibilità alle altre Scuderie di lottare con Rindt.

Accanto a lui c’era il britannico John Miles, ma la vera lotta al titolo era con la McLaren di Danny Hulme e la Ferrari di Jacky Ickx, per un confronto che però ebbe fin da subito un chiaro vincitore.

Nelle prime nove gare della stagione furono addirittura cinque le vittorie di Rindt e in un’epoca nella quale il Mondiale era formato solo da 13 appuntamenti si poteva già iniziare a mettere in fresco lo Champagne.

Il 6 settembre il popolo ferrarista si riversò a Monza per spingere in qualche modo il belga Ickx in una disperata rimonta, con la sua Pole Position che accese le speranze, ma il dramma si concretizzò proprio al sabato.

Rindt stava cercando di realizzare un gran tempo per provare a sfruttare la prima occasione della carriera per laurearsi campione del mondo, ma ecco che la sfortuna si accanì contro di lui.

Nel tentativo di superare la McLaren di Hulme perse il controllo della vettura alla Curva Parabolica, con l’incidente che fu devastante, tanto da farlo diventare una sorta di proiettile impazzito e che si schiantò dopo pochi metri.

L’impatto fu devastante e Rindt morì sul colpo e quando morì a Monza il Mondiale era ancora aperto.

Rindt muore e deve “aspettare” per diventare campione: cosa accadde?

Il mondo della Formula 1 sa davvero essere spietato in diverse circostanze, ma quel giorno probabilmente ebbe davvero un sapore molto beffardo.

A quel punto la Ferrari di Ickx ci credeva in una rimonta che sarebbe stata estremamente ingiusta eticamente, ma che allo stesso tempo non poteva non essere sfruttata dal belga del Cavallino Rampante.

La Lotus decise di mettere come guida della Scuderia il brasiliano Emerson Fittipaldi, un giovanissimo brasiliano che aveva il compito di limitare il belga Ickx ma nella gara subito seguente alla morte di Rindt, ecco la vittoria di Jacky in Canada.

Era un’impresa disperata per la Ferrari che doveva sempre vincere nelle ultime tre gare della stagione, ma la vettura era ormai diventata la macchina migliore e il successo a Montreal stava davvero facendo pensare al clamoroso sorpasso.

 

A Watking Glen, negli Stati Uniti, fu ancora Jacky Ickx a ottenere la Pole Position, ma in pista fu proprio il sostituto di Rindt, con O’ Rato Emerson Fittipaldi che riuscì a vincere la prima gara della propria, togliendo così l’opportunità al belga di rimontare l’austriaco.

Dunque dopo 28 giorni dalla sua morte, Jochen Rindt divenne campione del mondo, la prima e unica volta nella storia del mondo della Formula 1, con Ickx che alla fine disse che era giusto e non avrebbe meritato la vittoria.

Si tratta di uno dei più grandi drammi nella storia della F1, perché l’austriaco era un grande campione e purtroppo è entrato nella storia per una disgrazia che non vorremmo mai commentare.

Impostazioni privacy