Le molte vite di Tom Brady: dai Patriots al ritiro, fino al rientro

Tom Brady non è umano: a 45 anni il quarterback più forte di sempre torna in campo coi suoi Buccaneers per puntare al titolo.

Tom Brady non ci sta: golf, divano, famiglia, relax e una vita da telecronista… no, non fa proprio per lui. Tom vuole l’azione, la pressione, vuole l’huddle dove caricare i compagni e chiamare lo schema, magari con un audible che faccia storcere il naso al proprio coach, ma la vita da pensionato proprio no. Così Tom Brady ci ha ripensato, alla decisione di ritiro presa il primo Febbraio ha subito risposto picche un mese più tardi, annunciando il suo ritorno in campo a quarantacinque anni suonati con i Tampa Bay Buccaneers anche per la stagione 2022.

Brady Tampa
LaPresse

Dunque Dio è ancora tra noi, The GOAT come lo chiamano dappertutto, dietro la sua offensive line che lo protegge e con tutti noi sugli spalti ad acclamarlo, perché Tom Brady logora chi non ce l’ha ma tutti sotto sotto, anche i più acerrimi rivali, ne apprezzano le giocate. Ma come si fa a trovare le giuste motivazioni dopo aver vinto sette Super Bowl, dieci titoli di Conference, sessantadue premi individuali e aver battuto tutti i record possibili ed immaginabili?

Sarebbe difficile per chiunque, non puoi desiderare altro dalla tua carriera sportiva dopo aver vinto tutto questo e fatto questi numeri, figurarsi se questa decisione la prendi a quarantacinque anni! Sì, perché Tom Brady è del ’77 e gioca come un ventenne ancora: dominante sugli avversari, letale per le secondarie avversarie, cecchino infallibile per i suoi ricevitori ed una macina continua di touchdown. Anche quest’anno Tom Brady infatti ha tritato record su record, battendo per altro se stesso visto che li detiene quasi tutti. Alla domanda “come si fa a quarantacinque anni?” la risposta crediamo ce l’abbia solo lui, per il resto sarebbe infattibile per chiunque altro a quell’età fare il quarterback sotto i colpi dei linebacker avversari (e dei segni dell’età)

Quella di Tom Brady è sicuramente la storia più bella da raccontare nel mondo dello sport: draftato nel lontano 2000 al 6° giro, addirittura 199° assoluto, il giovane rookie Brady non aveva ne numeri incredibili al college ne tantomeno aveva fatto registrare chissà quali dati alle prove fisiche pre draft. Ma i Patriots hanno uno staff d’osservatori incredibile e spesso arrivano a draftare un ottimo giocatore nonostante la chiamata nei giri alti quando ti va bene se trovi una riserva… ma con tutte le speranze che potevano riporre nel ragazzo, mai avrebbero potuto pensare che con quella chiamata stavano draftando il giocatore più forte di tutti i tempi.

Il resto è storia, da ventitré anni Tom Brady gioca e vince, prima con i New England Patriots coi quali ha vinto di tutto e di più, creando la coppia allenatore-quarterback più vincente di sempre insieme a coach Bill Bellichick, poi coi Tampa Bay Buccaneers dove al primo anno ha subito vinto Conference e Super Bowl. Dopo vent’anni coi Patriots, a quarantatré anni, ci si aspettava il ritiro di Brady dal football americano ma no, come detto lui a casa non ci sa stare e perciò firma un biennale coi Tampa Bay Buccaneers, squadra ambiziosa ma lontana anni luce dall’essere competitiva per il titolo… detto fatto, doppietta al primo anno.

La storia continua dunque, altro che ritiro, a quarantacinque anni e con un solo mese di riposo dove ha testato il pensionamento Tom Brady tornerà a giocare, provando ancora a stupire e vincere, provando ancora a battere tutti i suoi record e i suoi numeri che nel frattempo recitano così: 318 partite disputate in NFL, 84.520 yard passate, 651 touchdown segnati tra corse e passaggi lanciati ed una serie sconfinata di titoli di squadra ed individuali vinti.

Ma questo, a quanto pare, è solo un nuovo inizio. E di Tom Brady, a qualsiasi età, ci fidiamo ciecamente.

Tom Brady in campo a 45 anni: ha chance di vittoria?

Partiamo col rispondere subito alla domanda madre: ma a quarantacinque anni Tom Brady ed i suoi Buccaneers possono ancora vincere insieme? Sì, decisamente ed irrimediabilmente sì.

La squadra è forte, lo era già prima ma con gli innesti del cornerback Logan Ryan, del wide receiver Russell Gage, dell’offensive lineman Fred Johnson, della safety Keanu Neal e del right guard Shaq Mason possiamo tranquillamente dire che i Buccaneers sono decisamente nella rosa delle quattro cinque squadre più forti in NFL. All’ottima free agency fatta va aggiunto anche il buonissimo draft che ha portato a Tampa, tra gli altri, il running back Rachaad White, il left guard Luke Goedeke e il defensive end Logan Hall.

Unica vera incognita per i Tampa Bay Buccaneers? Il tecnico. Il leggendario Bruce Arians a 70 anni ha scelto di passare dietro la scrivania, lasciando la panchina per un ruolo dirigenziale sempre a Tampa ed ha così lasciato la responsabilità del ruolo di Head Coach al suo Defensive Coordinator e pupillo Todd Bowles.

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