Gratta e Vinci, quanto guadagna lo Stato su ogni vincita? Non ci crederete

Non molti sono a conoscenza del fatto che, su ogni vittoria del Gratta e Vinci, lo Stato guadagna ciò che deriva dalle tasse.

Nonostante possa risultare un passaggio all’apparenza indigesto, in realtà sono proprio le tasse che rendono il Gratta e Vinci legale e totalmente applicabile a qualsiasi contesto. Diversamente, in mancanza di una regolamentazione stabile non si potrebbe affatto giocare. E questo, per ovvie ragioni, sarebbe un problema serio al quale bisognerebbe rimediare per forza di cose.

Gratta e Vinci soldi
Adobe Stock

Ogni vittoria, ovviamente, deve essere soggetta ad una tassazione. In questo caso, si può notare come le tasse da pagare su ogni vincita siano piuttosto alte. Anche se in questa specifica occasione si parla di detrazione, più che di pagamento vero e proprio.

La base da cui partire, è il 20%. Questa tassa, viene infatti applicata al Gratta e Vinci così come al Superenalotto e a tutti gli altri giochi che prevedono lo stesso modus operandi di cui si è parlato in tanti altri contenuti.

Di questa lieve percentuale, non tutti i soldi vanno nelle casse dello Stato. La maggior parte sì, ma un piccolo 4% viene destinato al reintegro di nuovi jackpot che verranno resi disponibili in futuro.

Questa, è una modalità che giustamente non è valida solamente per il Gratta e Vinci. Ma bensì, anche e soprattutto per molti altri sistemi. Il guadagno che “rimane” nelle tasche di chi vince è comunque tanto, ma non è effettivamente la cifra effettiva.

Un altro evento per cui lo Stato potrebbe “gongolare”, riguarda invece il mancato ritiro del premio. Ecco perché.

Gratta e Vinci, ecco cosa succede se non si ritira il premio

Se il proprio premio al Gratta e Vinci non viene ritirato, le conseguenze possono essere devastanti per la persona che vince. Tuttavia, dal canto suo lo Stato potrebbe trarne un vantaggio considerevole a dir poco.

Infatti, il denaro che non viene ritirato entro il tempo limite prestabilito, va a finire direttamente nelle casse statali. Così facendo, si riduce in maniera considerevole il rischio che il denaro venga sprecato, per così dire.

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